Sergio Abrami - Trekka my Sail

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Sergio Abrami

Il progettista



SERGIO ABRAMI: FANTASIA E RIGOROSA PRECISIONE

Il giovane architetto triestino d'origine e bresciano d'adozione è noto per lo scrupolo meticoloso con cui disegna e segue la costruzione delle sue barche, ma anche per l'originale e astuta fantasia di certe sue soluzioni. Scherzo,Swing, Limit, Illimit, Allegro, Facile, Vivace, Poco Moto, Capriccio, Con Fuoco, Fortissimo (che nel mio caso porta il nome di TREKKA), sono i nomi di alcune sue "creature" ormai famose.
" Faccio un salto in cantiere a verificare un paio di lavorazioni. Vieni con me? Se non ti dispiace ci andiamo in moto"
La moto è una Guzzi: "Abbiamo degli ottimi prodotti nazionali, motori, auto, barche: non capisco l'estorofilia di molti italiani".
Lui e' Sergio Abrami, progettista nautico. Infila una Henri Lloyd sull'abbigliamento 'giacca e cravatta', in testa un berretto di panno blu alla 'capitani coraggiosi', e via, rapidamente verso il cantiere.
33 anni triestino d'origine, attivo progettista nautico dal 1971, Sergio e' un'uomo dinamico, sportivo, piacevolmente loquace e molto disponibile: durante la nostra visita abbiamo ascoltato una sua lunga 'consulenza telefonica' fatta per amicizia a un collega architetto, in difficolta' con certi termini tecnici stranieri. Nel lavoro il suo rigore professionale si esprime con valutazioni e progetti che non lasciano alcuno spazio al caso.
Appassionato di motociclismo, ci ha raccontato con entusiasmo delle sue ultime vacanze in moto, trascorse con la moglie Adelaide visitando i castelli della Loira. Quando invece desidera "disintossicarsi" di calcoli e di nautica va a sciare: "Molti anni fa ero piuttosto in gamba e mi dedicavo anche all'agonismo, ora mi limito a trascorrere qualche piacevole fine settimana in montagna, generalmente a Madonna di Campiglio, dove porto sui campi di neve anche mio figlio Enrico, nonostante abbia solo due anni". Durante queste "confessioni" siamo anche riusciti a rubargli dal cassetto della scrivania qualche vecchia foto che lo ritrae in gara sugli sci e anche su una bicicletta da corsa.
"Adesso - ci dice - vorrei avere piu' tempo libero per andare in barca". Aveva 16 anni quando sali' a bordo di una barca a vela per la prima volta, al campeggio del Touring delle Tremiti, poi frequento' la scuola di Monteleone, all'isola d'Elba: Vaurien,420, Soling e le prime regate sui laghi con interessanti esperienze veliche in Normandia e in Belgio. Gia' allora gran parte delle sue attenzioni venivano calamitate dal "mezzo", dall'imbarcazione, con le sue soluzioni di coperta, i materiali, e fu questa la molla che polarizzo' i suoi studi e determino' la sua scelta professionale.
Sergio Abrami oggi ha uno studio di progettazione a Brescia, in via Bonomelli 17, dove collaborano con lui due ragazzi che stanno facendo pratica. L'ambiente e' luminoso e ordinatissimo; di fondo si sente una leggera musica jazz di cui Sergio e' un buon intenditore, ai muri alcuni progetti, modelli di carena, stampe di vecchie barche, la riproduzione di un ex-voto e un'intera parete di portolani disegnati a mano. Gli domandiamo: Come imposti il tuo lavoro e i rapporti col cliente? "Massima chiarezza sin dall'inizio da entrambe le parti: per partire con il piede giusto è necessario definire subito lo scopo e l'impiego del progetto, le esigenze del cliente e le possibilita' operative del cantiere che eseguira' la produzione".
Noi stessi lo abbiamo visto verificare i macchinari e le possibilita' pratiche e realizzative di un cantiere, per ottimizzare la produzione di serie.
"Oggi il prezzo di un'imbarcazione è penalizzato fortemente dai costi di manodopera; studiando gia' sulla carta le soluzioni migliori e piu' pratiche per l'assemblaggio guscio-coperta, per gli interni, gli osteriggi e cosi' via, si possono diminuire i tempi di manodopera e quindi offrire al mercato un prodotto con prezzi particolarmente competitivi. Personalmente, dopo aver fatto esperienza con quasi tutti i materiali: legno tradizionale, ferro, vetroresina e leghe leggere sono un convinto assertore 'dell'altro alluminio', non quello per impieghi agonistici su barche tiratissime, bensi' per usi "rustici", essenziali, dove si punta alla praticita' d'impiego e alla robustezza dell'imbarcazione anche con scarsa manutenzione. In questi casi uso spessori di 4-5 millimetri che non creano grandi problemi nelle saldature e resistono bene agli alaggi e agli urti col fondo. Per gli stessi motivi di praticita' prediligo le barche a deriva mobile che possono essere facilmente alate e ormeggiate in acque basse; cosa molto utile sopratutto in agosto, quando i nostri porticcioli sono pieni come uova. Inoltre una barca a deriva mobile puo' essere carellata con meno problemi: e' il caso del mio ultimo disegno, il "Penta Five" per la Rax Cantieri. Nei miei progetti inoltre, offro particolare attenzione al disegno del pozzetto che generalmente è la parte piu' sfruttata di un'imbarcazione".
Ricordiamo a proposito di alluminio che Sergio Abrami, consigliere ASPRONADI, è docente ai corsi di specializzazione per progettisti nautici dell'ISAD che vengono tenuti a Milano e ha collaborato con la societa' Alluminio Italia alla serie di riunioni che hanno portato alla stesura di un fascicolo sui materiali strutturali (estrusi in lega eccetera) che ha avuto il plauso del Lloyd Register inglese.





Studio Sergio Abrami &C. Yacht Designers
S/Y FUGA 42’ alu

Una piccola-grande imbarcazione a vela da crociera a
deriva mobile in alu per una vera nautica ecosostenibile

Fuga 42’ alu : 12.80 metri di comfort e sicurezza in navigazione frutto della
quarantennale esperienza del progettista Sergio Abrami è una imbarcazione a spigolo
in lega leggera d’alluminio marine grade 5083, materiale che assicura ridotta
manutenzione, rusticità e robustezza costruttiva.

Fuga 42’ alu è un cutter a deriva mobile : piano velico e soluzione di carena ottimali
per navigare in sicurezza con equipaggio ridotto senza vincoli per ormeggi in porti
con bassi fondali, con facilità di alaggio e messa a terra anche in porti non forniti di
gru o travel lift.

Le caratteristiche della sperimentata carena frutto di affinamenti successivi sono :
chiglia mobile e skeg a protezione elica e timone .
Soluzione questa che oltre a garantire una grande stabilità di rotta e di autogoverno
permette di abbattere i costi di gestione nei periodi di non uso della imbarcazione.
Imbarcazione caratterizzata quindi da una poppa relativamente larga, un bordo libero
importante, una falchetta integrata che rende la barca asciutta e le conferisce un
aspetto ed un comportamento in mare da vera barca da viaggio.
Timone esterno sollevabile con governo a ruota ed in emergenza con barra a mano.

La motorizzazione frazionata. Due motori Sail drive ibridi diesel elettrici le
consentono di navigare in tutto elettrico anche in aree protette.
E’ previsto un bow truster ed un aft truster che combinato con l’uso simultaneo dei
due motori gestito da un sistema di governo con joist stik permette grande facilità di
ormeggio anche con equipaggio ridotto e non favorevoli condizioni di vento laterale.

Le peculiari sistemazioni interne
Le sistemazioni interne sono caratterizzate da un sol unico bagno , ma di generose
dimensioni, addossato alla cassa di deriva, cassa che ha anche funzioni di sostegno
albero. Albero che è abbattibile per permettere facili navigazioni anche in acque
interne. Navigazioni favorite dal ridotto pescaggio a deriva alzata. Si passa infatti dai
70 cm ai 2.5 m di pescaggio in pochi minuti. Un pratico sistema elettroidraulico
( manuale in emergenza ) permette di sollevare la chiglia di zavorra.
In posizione abbassata la chiglia si blocca in un accoppiaggio troncoconico che limita
i movimenti laterali. Un recesso permette di far scomparire il bulbo di appendice
all’interno del profilo della falsachiglia permettendo al limite l’alaggio su prati.


Il piano velico a cutter e le manovre correnti. Le manovre – drizze , scotta fiocco
autovirante , scotta di randa alla tedesca – scorrono all’interno di una canalizzazione
che costituisce la stondatura dello spigolo della tuga nel raccordo fianco / cielo tuga.
Una efficiente e veloce da ammainare randa full batten, il fiocco autovirante ed il
genoa avvolgibile sono il piano velico di base integrato da una randa di cappa ed una
tormentina per le condizioni di navigazione più impegnative.
In caso di arie leggere, nelle andature favorevoli, l’uso di un assimmetrico ritarda
l’accensione dei due motori da 20 hp. Motori che fungono da carica batteria per la
navigazione in tutto elettrico.

La compartimentazione interna
Fuga 42’ ha una compartimentazione molto pratica ed anticonvenzionale frutto
dell’esperienza di navigazione di più generazioni di clienti mixata con l’esperienza
quarantennale del progettista.
Partendo da poppa :
Ampio gavone per materiale leggero e stivaggio barra di governo in emergenza.
Ampio locale AM facilmente ispezionabile per fare manutenzione, all’interno troviamo i
due motori, il sistema di scarico umido silenziato ( tre elementi Vetus ) , il serbatoio
gasolio, il riscaldamento ad aria calda e la macchina del timone ( anch’essa
facilmente ispezionabile ), il water maker ad osmosi inversa ed il timone automatico.
Sotto il pozzetto, con una ampia zona con altezza d’uomo sono sistemate due
cuccette doppie o sovrapposte con relative penderie e cassetti nelle due cabine di
poppa.
Al centro del pozzetto, sotto la scala d’accesso c’è la penderia con un sistema di
essiccazione ad aria calda che sfrutta il calore del locale AM.
Scendendo sulla dx c’è il tavolo di carteggio e la strumentazione di navigazione e
relativi pannelli elettrici, a sinistra una dinette fissa con 7 posti. Il tavolo è apribile e la
seduta del navigatore è con schienale reversibile per essere usata come doppia
seduta in dinette.
Leggermente sfalsata c’è sulla dx la zona cucina con un ampio frigorifero verticale –
piano di lavoro sistemato per madiere ed un blocco cucina con fornelli e forno micro
onde sistemato per chiglia. Lavello con acqua dolce ed acqua di mare. La cassa
raccolta acque grigie ( lavello e vicina doccia ) è in sentina affianco alla più piccola
cassa acque nere dotata di maceratore on board in grado di trattare reflui di 10 pax /
giorno.
Una ampia e capace dispensa completa la zona giorno.
A prua , separata da una zona filtro con doppia porta di 1 metro costituita da penderie
e cassettiere c’è la cabina AV con cuccetta doppia trasformabile in matrimoniale.
Ad estrema prua una paratia anticollisione ospita il bow truster ed il salpa ancore
elettrico con relativa cala catena. L’ancora, una CQR da 18 kg è rizzata in coperta e
rimane sotto il piano di calpestio di prua costituito da un carabottino mobile.
Una delfiniera in tubo a protezione dell’ancora ed adeguati sistemi di ormeggio ( che
includono bitte e passacavi a metà scafo per l’ormeggio all’inglese ) completano le
dotazioni di base.
E’ prevista inoltre una plancetta di poppa che integra la scaletta di risalita a bordo e
la base di fissaggio per il timone a vento, pannelli fotovoltaici ed una eventuale ancora
leggera di poppa.
La finestratura fissa della tuga è riparata da una palpebra che crea con una zona
d’ombra un motivo di decor della tuga. Tuga che è dotata di 6 passi d’uomo a raso
laterali ed uno importante ( sfuggita di prua ) in corrispondenza della cabina AV.
Vedi lay out informativo allegato.
La costruzione in ALU permette entro ragionevoli limiti adattamenti e modifiche per
adeguare per quanto possibile l’imbarcazione alle esigenze dell’armatore.


Dati di max :

Loa 14.50 m

LH 12.80 m
                                                 
LWL 10.90 m



Bmax 3.85 m
Imm 0.70/2.50 m

Sup. Velica 100 mq

Displ a vuoto 8500 kg

Displ PC 10800 kg

Cat. progetto CE “A”

Materiale ALU 5083










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